Una parte del meglio della scena jazz europea viene a costituire il Martinale Quartet, nella classicissima configurazione con piano, contrabbasso, batteria e sax. Accanto, una classica orchestra d’archi, diretta dal maestro Bruno Mosso. Le composizioni sono tutte originali di Luigi Martinale, ispirato dalla lettura di "Le Città Invisibili", una raccolta di racconti scritti da Italo Calvino e pubblicati nel 1972. Marco Polo descrive all'imperatore Kublai Khan i suoi viaggi attraverso città che sono reali soltanto in una memoria alterata da suggestioni e incanto per qualcosa che forse non è mai esistito. Il disco perciò è un originale ibrido tra musica classica e jazz, con sonorità curate, ariose, dal forte impatto lirico, impreziosite dal linguaggio improvvisativo degli straordinari interpreti. Un’operazione di grande classe, dal suono rifinito e con arrangiamenti originali e di grande impatto.
Un turbinio di idee è nato dalla lettura di "Le città invisibili", una raccolta di racconti di Italo Calvino, pubblicata nel 1972. Marco Polo descrive all'imperatore Kublai Khan i suoi viaggi attraverso città reali solo nella memoria, alterate dalle suggestioni e dall'incanto di qualcosa che forse non è mai esistito. Non sono Marco Polo, ma le sue parole mi hanno condotto in luoghi dell'anima e della psiche, invisibili fino a quel momento. –Luigi Martinale, maggio 2025
