La compositrice e sassofonista estone Maria Faust oggi abita a Copenaghen, ma è cresciuta nell'Unione Sovietica, dove le marce erano un costante strumento di propaganda. È in quegli anni che ha imparato a trovare libertà e verità nell'arte e tutt’ora è convinta che gli artisti abbiano la responsabilità di utilizzare la propria piattaforma per dare voce a critiche sociali e politiche. Anche il progetto Sacrum Facere, nato nel 2014, è ben più di una band e funge da veicolo per le sue idee musicali e filosofiche: i precedenti lavori "Sacrum Facere" e "Organ" esploravano infatti temi quali il ruolo delle donne, lo scopo sociale e i diritti riproduttivi.
Il suo ultimo album “Marches Rewound and Rewritten” affronta problemi universali come la tirannia, le gerarchie, la violenza e il valore della vita umana. Esaminando le origini della guerra, intesa ampiamente in espressioni che vanno dalla violenza domestica ai conflitti internazionali, si interroga su come si possa spezzare il circolo vizioso della violenza. Nel disco Faust ricontestualizza la marcia militarista: concentrandosi sul tamburo rullante, manipola gli elementi ripetitivi della musica di propaganda per decostruire e smascherare le "pompose bugie" della marcia. Permettendo alla forma di "fallire", la libera dal suo scopo tirannico, rivendicandola come una musica a sé stante.
