“Duets”, forse l’album più importante registrato per Caligola da Maurizio Brunod, viene ripubblicato a 12 anni dal CD con rimasterizzazione analogica nel formato LP 180 grammi, sacrificando solo 3 dei 17 brani contenuti nel CD, ancora disponibile. Qui il chitarrista piemontese sviluppa la formula a lui cara del dialogo a due voci che viene ridisegnata insieme a cinque musicisti, da un amico di vecchia data come Massimo Barbiero ad un maestro del calibro di Miroslav Vitous (dei loro brani ci piace ricordare soprattutto “Dreams Come True” e “Waltz for Joe”). Così Brunod racconta dell’incontro con il celebre contrabbassista ceco: “Vitous è stato uno dei miei miti assoluti; ci siamo conosciuti all’Eurojazz Festival di Ivrea. Da allora le nostre strade si sono incrociate più volte. Abbiamo parlato spesso di suonare assieme, finché mi sono deciso a chiederglielo. ‘Perché no?’ ha risposto”. Ma in “Duets”, la chitarra del leader dialoga anche con il flauto (“La foresta di bambù”) di Achille Succi, con il bandoneon di Daniele Di Bonaventura, quasi un organo nel suggestivo pezzo di apertura, “First Flight”, e con il basso, sia acustico che elettrico, di Danilo Gallo, al cui fianco, sia in “Grand Canyon” che in “El Gallo Sanchez”, si tinge di suggestioni country–western. Maurizio Brunod ed i suoi partner firmano ben 13 dei 14 brani dell’album; l’unica eccezione è costituita dalla malinconica “A Fala da Paixao”, di Egberto Gismonti, che chiude nel migliore dei modi un disco che rappresenta una convincente prova di maturità del suo autore.
