Rastko Obradovic non è certo uno sconosciuto per chi ha seguito l'ascesa della cosiddetta Serbian Wave del jazz e le uscite discografiche di A.MA Records, l'etichetta che negli ultimi dieci anni ha dato spazio a una serie di artisti di Belgrado. Dopo aver registrato per A.MA come sideman negli album di Sanja Markovic, Irina Pavlovic, Shijuka Quintet e Milos Covovic, Obradovic offre ora il suo contributo alla Serbian Wave debuttando con “Mandala”.
Il progetto esprime attraverso un jazz sublime e fluido la gioia dei membri del quartetto e la celebrazione dell’amicizia che unisce Rastko (sax tenore), Vladann VeljKovic (pianoforte e bass synth), Alexander Petrovic (chitarra) e Nikola Banovic (batteria). Otto tracce che ci conducono in un viaggio giocosamente malizioso, con un titolo calzante che significa “vagabondo" o "mascalzone".
Dal 2020, Rastko è il primo sassofonista contralto della prestigiosa e rinomata Big Band della Radio e Televisione Serba e nel suo curriculum figurano collaborazioni con una folta schiera di musicisti, inclusi luminari come Dhafer Youssef, Arkady Shilkloper, Bojan Z, Vasil Hadzimanov, Nenad Vasilic e Sudeshna Bhattacharya. Le influenze del quartetto spaziano da un sound americano moderno al jazz europeo, fino al folklore balcanico e alla musica classica indiana ed europea, rendendo “Mandala” una metafora musicale del crogiolo storico e culturale che è Belgrado, con la sua storia di crocevia d'Europa.
