Tommy Flanagan, celebre per il suo stile pianistico elegante e ricco di swing, ha dato un contributo significativo al jazz, ampiamente documentato nella seconda parte della sua carriera. Il suo album “Solo Piano”, registrato nel 1974 ma pubblicato decenni dopo come sua prima registrazione da leader dopo ben 13 anni, ha smentito chi pensava che il suo ritorno fosse avvenuto nel 1975 con “The Tokyo Recital” e che “Alone Too Long” (1977) fosse il suo unico album di piano solo.
L’approccio di Flanagan al piano solo ha messo in luce la sua versatilità. Se il bebop tipicamente spostava il ruolo del piano da strumento ritmico a un accompagnamento più imprevedibile e più percussivo con la mano sinistra, Flanagan, con il suo solido background swing, era in grado di modificare lo stride per garantire un sound completo anche in assenza della sezione ritmica. Le sue improvvisazioni, poi, si mantenevano sempre vicine alla melodia, costruendo delle variazioni sul tema piuttosto che limitandosi a improvvisare sugli accordi.
Dopo aver lasciato la band di Ella Fitzgerald, nel 1978, Flanagan è rimasto un pianista jazz molto rispettato fino alla sua scomparsa, nel 2001. “Solo Piano”; ora pubblicato in vinile da Storyville Records, è l’ennesima conferma della sua straordinaria eredità musicale.
