Dopo il successo del progetto “Gipsy Guitar from Corsica”, il chitarrista corso Fanou Torracinta torna con un terzo album che segna un’importante evoluzione stilistica. Pur mantenendo il legame con il jazz manouche, l’artista mostra una nuova maturità compositiva e una profonda coerenza artistica.
Torracinta si presenta con il suo storico quartetto (Benji Winterstein, William Brunard e Bastien Brison) e propone uno stile che fonde uno swing vibrante ispirato al periodo romano di Django Reinhardt e un lirismo cristallino. Inedito per lui è invece l’inserimento di un quartetto d’archi in alcuni brani. L’album è composto da tredici tracce: cinque reinterpretazioni, tra cui quelle di “La belle vie” di Sacha Distel, di “Dark Eyes” e “Please Be Kind” di Django Reinhardt e di standard di Broadway, e otto composizioni originali che spaziano da valzer tradizionali a momenti più introspettivi e malinconici, fino a sentiti tributi come “Pour Dorado”, dedicata a Dorado Schmitt.
In questa “polifonia impressionista” il virtuosismo non è mai fine a se stesso, ma sempre al servizio dell’emozione e di un dialogo spontaneo tra gli strumenti. “La belle vie” è un album maturo che fonde la tradizione del jazz manouche con un’estetica raffinata e personale, confermando Torracinta come uno dei chitarristi più interessanti della sua generazione.
